UN’OSTETRICA AL LACOR..

News

UN’OSTETRICA AL LACOR..

aliceNASCERE E FAR NASCERE IN UGANDA
Alice Campari è una giovane ostetrica in formazione che quest’estate ha trascorso un mese al Lacor Hospital per completare il proprio tirocinio formativo .E’ rientrata in Italia carica ed entusiasta dell’esperienza vissuta: un’esperienza intensa e complessa sia sul piano professionale e umano come lei stessa ci ha raccontato:

“ Il tirocinio al Lacor è stato, per me, una finestra sul mondo. Passare dalla realtà Italiana ricca e all’avanguardia ad un ambiente così diverso, mi ha reso forte e fragile allo stesso momento. Forte, perché ho la fortuna di amare il lavoro che faccio e questo mi da coraggio, ho sentito però spesso tremare la terra sotto i miei piedi: in primo luogo per la lingua inglese che mi richiedeva maggior attenzione e spesso non era nemmeno sufficiente, per la cultura, per le pratiche tanto diverse, che hanno reso la strada soprattutto all’inizio faticosa”

La dimensione culturale e quella professionale hanno avuto ruolo importante nell’esperienza di Alice e le hanno permesso di capire cosa significa nascere e “far nascere” dall’altra parte del mondo.

“Le pratiche ostetriche Ugandesi e Italiane si avvicinano ed allontanano in ogni momento. Premesso che, come è giusto che sia, tutte le ostetriche del Lacor lavorano con uno spirito diverso: ci sono quelle più stoiche, quelle più emotive; ci sono le più forti e sicure, le insicure, quelle timide e quelle estremamente estroverse. E lo stesso vale per noi occidentali. La pratica ostetrica inizia con la persona. Il saper essere è alla base della nostra professione, e come tale, ognuno è ostetrica per la persona che è.

Per quanto riguarda la tecnica, invece, molte cose sono sovrapponibili e per molte altre invece, l’influenza culturale, ha la meglio.

Nel nostro contesto occidentale, la donna è al centro del suo parto, è la protagonista, può scegliere, confrontarsi, esporre i suoi dubbi e le sue paure. E l’ostetrica, per lei, è uno specchio, in grado di aiutarla ad affrontare tutto il percorso della sua nuova nascita, con le potenzialità che la donna, la coppia e la triade, hanno, innate.

La realtà ugandese, invece, affronta il parto in modo diverso. In Uganda, la nascita supera quasi la normalità. E’ un evento che fa parte del corso della vita, anzi, è l’inizio del percorso e come tale segue la sua naturale strada. Questo, a volte, porta, soprattutto le ragazze giovani, a trovarsi impaurite, ma “sole” davanti a un evento tanto naturale, quanto immenso e spaventoso.

L’organizzazione professionale del Lacor è funzionale, le ostetriche lavorano in team di tre, nei quali collaborano molto bene”.

“Questo tirocinio ” continua Alice “ mi ha insegnato ad aver meno paura, a fidarmi di me, delle mie capacità e del mio istinto e mi ha permesso di incontrare tante persone con le loro storie alcune delle quali ricordo con particolare emozione.

La storia di una giovane donna alla suo terzo figlio la fa emozionare ogni volta che la racconta:

“Era una giovane donna alla terza gravidanza, è arrivata in ospedale si è sistemata e quando è stato il momento da sola ha iniziato a spingere, sapeva cosa fare….dopo poche spinte ecco il bimbo nascere, l’abbiamo appoggiata sulla pancia della mamma per tagliare il cordone e perché si potesse attaccare al seno;  “è una bimba”  ci ha detto la mamma. Ho visto poi che mi guardava e mi osservava “  Apwoyo matek, grazie di tutto. Ho pregato tanto perché fosse una bimba, a casa ho due maschietti. Grazie anche per le tue preghiere”. Le ho appoggiato una mano sulla pelle nuda, perché il calore di una mano sorpassa ogni barriera linguistica. Ho sentito l’energia sorpassare ogni barriera, avrei voluto scusarmi e dirle che preghiere non ne avevo dette. Poi ci ho ripensato, avrei pregato perché le loro vite fossero piene di gioia, perché la felicità non mancasse loro mai e soprattutto perché quel coraggio le rimanesse sempre, quel coraggio che ha dato anche a me prendendomi per mano.”

Se siete curiosi, tante altre storie Alice ce le racconta nel suo Blog 

WRITE YOUR EMAIL IF YOU WISH TO RECEIVE OUR MONTHLY E-NEWSLETTER

(in Italian only for the moment)